L’idea.

È possibile catturare il vento? Noi vogliamo provarci.
Armate di un taccuino e un registratore, per un mese o poco più andremo a caccia dei venti del Mediterraneo. Lo faremo viaggiando soprattutto per mare e sostando per qualche tempo nelle loro città d’elezione: città di porto, dove la gente ha imparato a conoscere il vento e ad accordarsi ai suoi capricci. Le storie del vento sono storie di burrasche, di siccità, di tempeste di sabbia; ma sono anche storie di stranieri portati dalla Bora, follie d’amore insinuate dal Garbino, rivoluzioni stroncate dallo Scirocco di luglio.

ROSADEIVENTI è un progetto itinerante che sviluppa in tre fasi:
1. sopralluogo – la visita delle città per catturare il vento e raccogliere storie sul suo conto, documentata attraverso i podcast sulla nostra mappa virtuale;
2. composizione – la costruzione di un racconto sonoro dedicato a ciascun vento: Bora, il donnone spigoloso, Scirocco il tiepido, Maestrale, tutti diventeranno dei veri e propri personaggi, con la propria voce linguistica e il proprio ambiente sonoro, ciascuno con le proprie storie da raccontare su di sé, sulle città che attraversa e sugli uomini che incontra;
3. restituzione – la performance dal vivo, per la quale sogniamo un palcoscenico speciale: la Torre dei Venti di Atene, luogo-simbolo dei venti del Mediterraneo.

Perché proprio il vento.

Ci sono quelli cui il vento scompiglia la piega, ruba i panni, anticipa la pagina sportiva, e poi ci siamo noi: gli anemòfili, quelli che si lasciano spettinare, rapire, disorientare dai venti destri e sinistri, dominanti e irrilevanti, catabatici, bavosi e così via. Amiamo il vento da sempre e ci piace l’idea di provare a raccontarlo, dargli un volto, ricostruirne il percorso, immaginarne il carattere, un corpo, il destino. Ma c’è molto di più.

ROSADEIVENTI non racconta il Pampero argentino o gli uragani della California, e nemmeno i venti che agitano gli tsunami in Giappone: racconta i venti del Mediterraneo, questa “pianura liquida” ricca di storia passata e recente in cui adesso si gioca tutta la partita. In momento in cui, sulla terra, si alzano i muri e il filo spinato, ci piace ricordare che invece l’acqua non può essere separata: i suoi confini non possono essere definiti in modo concreto e permanente. Il Mediterraneo non è solo un mare di naufragi: è un mare di scambi, di mercati, di musiche e cibi affini; un mare che, a un certo punto della sua storia, si è dato persino una lingua comune (il sabir, proveremo a farlo rivivere un po’). E se l’acqua non si confina, il vento non si controlla, corre senza ostacolo per portare le storie degli uomini. Noi con lui vogliamo viaggiare: per scoprire cos’è che ci rende simili.

Poche necessità.

ROSADEIVENTI è uno dei dieci progetti vincitori di FuoriRotta, il bando nazionale per il finanziamento di viaggi non convenzionali. Spenderemo tutto per attraversare il mare, ma non siamo preoccupate: abbiamo dormito su un’isola deserta, in un container a tremila metri di altezza, nell’abitacolo di un camionista, in mezzo alle scrivanie di un ufficio, in auto sotto le luci di una panetteria e, ovviamente, sui traghetti. Per questo viaggio ci affidiamo ai couchsurfers e alla generosità di osti e contadini (e farmacisti, autisti, panettieri e calzolai).

Molte ambizioni.

ROSADEIVENTI è uno strano oggetto, a metà tra poesia e reportage. Potrete seguire il racconto del viaggio ascoltando i podcast che compariranno man mano sulla mappa, come fosse un diario di bordo sonoro, oppure potete aspettare il disco che verrà tra qualche tempo. La cosa importante è che, quando porteremo queste storie in cima alla Torre dei Venti, voi siate lì: è quella la dimensione migliore – effimera, comunitaria – per rendere omaggio a un elemento che da sempre ci spinge gli uni verso gli altri, ci sfida, ci incoraggia.